Simbolismo e Nuova Oggettività. La Galleria del Levante
Mart, Rovereto - 27 marzo - 12 giugno 2022
Architetto di formazione, critico d’arte e pittore per vocazione, Emilio Bertonati (1934 - 1981) inaugura nel 1962 a Milano la Galleria del Levante, punto di riferimento per collezionisti, artisti, critici e appassionati d’arte. Instancabile studioso e promotore di nuove tendenze artistiche, dal Simbolismo al Realismo Magico, dalla Neue Sachlichkeit all’Espressionismo tedesco, fino ad alcuni artisti a lui contemporanei, il lavoro del gallerista è ancora oggi un esempio di lucida visione e coraggio.
Tra il 1962 e il 1981 la Galleria del Levante presentò quattro o cinque progetti espositivi all’anno, ognuno di questi è documentato e rappresentato nel percorso di visita. Tra di essi di grande rilievo è stata la mostra Genova tra Simbolismo e Futurismo, esposizione che ebbe il merito di presentare al pubblico nazionale l’avanguardia artistica ligure. Galleria Arte Casa ha collaborato all’evento con opere di Sexto Canegallo, Cornelio Geranzani ed Enrico “Chin” Castello, conservate in collezioni private.
Fattori. Capolavori e aperture sul ‘900
GAM, Torino - 14 ottobre 2021 - 20 marzo 2022
La GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino ospita per la prima volta nei suoi spazi una grande retrospettiva dedicata all’opera di Giovanni Fattori (Livorno 1825- Firenze 1908), uno dei maestri assoluti dell’Ottocento italiano che seppe interpretare in modo originale e innovativo tanto i temi delle grandi battaglie risorgimentali quanto i soggetti legati alla vita dei campi e al paesaggio rurale a cui seppe infondere, analogamente ai ritratti, nuova dignità e solennità. Il percorso espositivo, che presenta oltre 60 capolavori dell’artista livornese, tra cui tele di grande formato, preziose tavolette e una selezione di acqueforti, si articola in nove sezioni e copre un ampio arco cronologico che dal 1854 giunge al 1894, dalla sperimentazione macchiaiola e da opere capitali degli anni Sessanta e Settanta fino alle tele dell’età matura, che ne rivelano lo sguardo acuto e innovatore, capace di aperture sull’imminente ’900. A concludere il percorso sono alcune opere emblematiche di allievi di Fattori e di artisti influenzati dalla suggestione della sua pittura – Plinio Nomellini, Oscar Ghiglia, Amedeo Modigliani, Lorenzo Viani, Carlo Carrà, Giorgio Morandi – a testimonianza della lezione che il maestro livornese seppe stimolare nella pittura italiana del Novecento.
Integralismo. La via di Sexto Canegallo agli stati d’animo
Luk. Studi e attività della Fondazione Ragghianti - n. 26/2020
Sul numero 26 di “Luk”, prestigiosa rivista pubblicata dalla Fondazione Centro Studi sull’arte Licia e Ludovico Ragghianti di Lucca, Mario Finazzi scrive un attento e articolato saggio dedicato alla straordinaria figura di Sexto Canegallo. L’articolo, supportato da un’ampia bibliografia, ha il grande merito di aver contribuito a definire la collocazione specifica dell’artista in un’epoca segnata da un’inarrestabile temperie artistica e culturale. Maturata negli ambienti del Divisionismo e del Simbolismo, la ricerca di Canegallo sfiora il Futurismo e si volge all’esplorazione degli stati d’animo umani. Finazzi accenna inoltre all’ambiente artistico ligure dei primi decenni del XX secolo – quello di Giuseppe Cominetti e Rubaldo Merello – e avvicina Canegallo ad alcuni grandi nomi dell’arte dell’epoca, da Boccioni, a Russolo, a Romani.
Anni Venti in Italia. L’età dell’incertezza
Palazzo Ducale, Genova - 5 ottobre 2019 - 1° marzo 2020
Gli anni Venti in Italia furono anni complessi, tanto ruggenti e sfavillanti quanto inquieti. Anni cruciali di passaggio tra la Grande Guerra, con la fine dell’ottimismo e delle certezze che avevano caratterizzato la Belle Époque, e la crisi mondiale del decennio successivo. Una crisi che, annunciata nel 1929 dal crollo di Wall Street e seguita dalla progressiva affermazione di regimi dittatoriali sullo scacchiere internazionale, si concluse poi con la tragedia della Seconda guerra mondiale. Il clima generale di incertezza, determinato dagli effetti del conflitto, dalla difficile transizione economica e dalle rilevanti trasformazioni sociali e culturali, si riflette in pieno nelle ricerche artistiche di quegli anni. Undici capitoli scandiscono il racconto espositivo: a partire dalla sezione Volti del tempo, un vero e proprio spaccato della società dell’epoca, da cui emerge quella “moderna classicità” che connotò le esperienze stilistiche del Novecento e del Realismo Magico. La modernità di Severini, Casorati, Oppi e Arturo Martini appare differente da quella promossa dall’avanguardia futurista: una modernità in cui passato e presente convergono, creando una stretta connessione tra tradizione e rinnovamento, ma che diventa anche espressione di uno spaesato distacco dalla realtà quotidiana, come nelle opere di Carrà, Funi, Guidi, Donghi e Ferrazzi, o di nostalgia per un passato mitico e ideale, come nel caso di Funi e Sironi. In mostra inoltre opere degli artisti liguri Eugenio Baroni, Sexto Canegallo, Cornelio Geranzani, Domenico Guerello, Domingo Motta e Oscar Saccorotti. Le oltre 100 opere esposte, tra pittura e scultura, provengono da importanti collezioni pubbliche, tra le quali ricordiamo la Galleria Nazionale di Roma, la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, Palazzo Pitti a Firenze, il MART di Rovereto, l’Istituto Matteucci di Viareggio, la Fondazione Il Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera, la Collezione Giuseppe Iannaccone di Milano e altrettanto importanti collezioni private.
La memoria della guerra. Antonio G. Santagata e la pittura murale del Novecento
Palazzo Reale, Genova - 19 aprile - 8 settembre 2019
Palazzo Reale apre al pubblico dal 19 aprile all’8 settembre 2019, una grande mostra a cura di Matteo Fochessati e Gianni Franzone, organizzata in collaborazione con la Wolfsoniana – Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e dedicata all’opera dell’artista genovese Antonio Giuseppe Santagata, ispirato dalla sua diretta partecipazione al conflitto bellico. Rispetto al tema della guerra, l’aspetto che i curatori hanno scelto di celebrare è quello della memoria poiché il ricordo di quel terribile conflitto, ancora oggi, mescola sentimenti di sgomento e marcati accenti retorici, ben persistenti in un certo immaginario bellico e patriottico. Il percorso espositivo è costruito intorno al consistente nucleo di cartoni di Santagata prestati da una preziosa casa privata e riferiti ai suoi principali interventi di pittura murale. Insieme a questi grandi cartoni, si esporranno opere provenienti dalla Wolfsoniana – Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, dal Museo del Risorgimento di Genova e da diverse collezioni private. La scelta di posare lo sguardo sulla rappresentazione della guerra proposta da Santagata può offrire una precisa e documentata narrazione dei principali eventi storici e militari dell’esercito italiano, ma anche una sincera testimonianza, meno retorica e più umana, sulla vita quotidiana dei fanti al fronte. Santagata fu coinvolto nella decorazione delle principali Case del Mutilato, edificate in quegli anni in tutta la penisola, e divenne così uno tra i principali protagonisti della grande stagione murale, che contrassegnò la ricerca artistica italiana tra le due guerre. I grandi cicli murali e decorativi di Santagata, nonostante alcune rappresentazioni più allegoriche testimoniano la profonda partecipazione dell’artista alla materia trattata e documentano, quasi in presa diretta, la vita quotidiana e gli episodi più comuni della guerra di trincea.
A passi di danza. Isadora Duncan e le arti figurative in Italia tra Ottocento e avanguardia
Villa Bardini e Museo Stefano Bardini, Firenze - 13 aprile - 22 settembre 2019
La prima mostra italiana dedicata alla danzatrice americana Isadora Duncan e al suo rapporto con le arti figurative italiane sarà ospitata a Villa Bardini e al Museo Stefano Bardini dal 13 aprile al 22 settembre. L’esposizione a cura di Maria Flora Giubilei e Carlo Sisi, in collaborazione con Rossella Campana, Eleonora Barbara Nomellini e Patrizia Veroli, è promossa da Fondazione CR Firenze e da Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron, con il patrocinio del Comune di Firenze. Dipinti, sculture e documenti, fra i quali fotografie inedite, ripercorreranno il legame con l’Italia di colei che rivoluzionò le teorie accademiche della danza, per avviare una moderna e innovativa visione del corpo femminile, e del suo movimento, nello spazio, prendendo le mosse dall’influenza che ebbe nel contesto internazionale. Sono circa 170 i pezzi che saranno allestiti su due piani di Villa Bardini e una speciale sezione dedicata alle grandi sculture sarà allestita nel Museo Stefano Bardini. Fra gli artisti rappresentati in mostra, protagonisti delle arti quali: Rodin, Bourdelle, Stuck, Carrière, Nomellini, Zandomeneghi, Previati, Sartorio, Bistolfi, Baccarini, De Carolis, Chini, Cambellotti, Nonni, Boccioni, Depero, Severini, Casorati, Campigli, Sironi, Raphaël, Gio Ponti e i genovesi Alberto Helios Gagliardo e Armando Vassallo.
Arte e magia, il fascino dell’esoterismo in Europa
Palazzo Roverella, Rovigo - 29 settembre 2018 - 27 gennaio 2019
Promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con l’Accademia dei Concordi ed il Comune di Rovigo e curata da Francesco Parisi, l’esposizione ripercorre i rapporti tra le correnti esoteriche in voga tra il 1880 e gli anni immediatamente successivi al primo conflitto mondiale e la loro influenza sulle arti figurative europee, dal movimento simbolista alle successive avanguardie storiche. Dalle correnti esoteriche a cavallo tra Ottocento e Novecento all’influenza sulle arti figurative in Europa, dal Simbolismo – che indagava il mistero e il sogno – alle avanguardie storiche, passando per la psicanalisi e l’inconscio: Palazzo Roverella si prepara a ospitare una grande mostra sull’intrigante connubio tra arte e magia. Tra gli artisti in mostra: Odilon Redon, Paul Ranson, Eugene Grasset, Jean Delville, Felicien Rops, Austin Osman Spare, Paul Serusier, Alberto Martini, Carlos Schwabe, Wassily Kandinsky, Auguste Rodin, Edvard Munch, Frantisek Kupka, Giorgio Kienerk, Leonardo Bistolfi, Ferdinand Hodler, Hugo Höppener (Fidus), Ernesto Basile, Paul Klee, Johannes Itten, Luigi Russolo, Gaetano Previati, George Frederic Watts, Giacomo Balla, Piet Mondrian, Frantisek Kupka, Romolo Romani e i genovesi Sexto Canegallo ed Enrico (Chin) Castello.
Per Sogni e per Chimere - Giacomo Puccini e le Arti Visive
Fondazione Ragghianti, Lucca - 18 maggio - 23 settembre 2018
Nel 160° anniversario della nascita del Maestro, una grande mostra per scoprire il rapporto tra Giacomo Puccini e gli artisti del proprio tempo e indagare l’influenza che il compositore e la sua estetica esercitarono sulle arti visive in Italia tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. Una ricerca che regala suggestioni, spunti di riflessione e molti capolavori. Realizzata dalla Fondazione Ragghianti con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, in collaborazione con la Fondazione Giacomo Puccini, il Centro studi Giacomo Puccini e la Fondazione Simonetta Puccini per Giacomo Puccini, con l’allestimento della famosa scenografa Margherita Palli, Per sogni e per chimere presenta al pubblico circa 120 opere provenienti dai più importanti musei e teatri italiani, integrate da preziosi pezzi inediti custoditi in collezioni private, delineando un emozionante panorama degli artisti vicini ai temi e al clima espressivo di Puccini. Boldini, Previati, Chini, Nomellini, Cremona, Michetti, Conconi, Troubetzkoy, Selvatico, Cappiello, De Servi, Discovolo, Pagni, Fanelli, Rietti, De Albertis, Balestrieri, Andreotti, Hohenstein, Metlicovitz e Nunes Vais sono soltanto alcuni degli artisti di cui si possono ammirare le opere nella mostra.
Rubaldo Merello tra divisionismo e simbolismo - Segantini, Previati, Nomellini, Pellizza
Palazzo Ducale, Genova - 6 ottobre 2017 - 4 febbraio 2018
A oltre quarant’anni dalla mostra di Rubaldo Merello che, curata da Gianfranco Bruno in collaborazione con Franco Sborgi, diede avvio alla rilettura dell’opera di uno tra i più interessanti e originali pittori liguri del Novecento e a quasi trent’anni dall’esposizione presso l’Accademia Ligustica e il Palazzo della Permanente di Milano, questa mostra propone una nuova ricognizione critica della sua peculiare vicenda artistica e umana. La mostra non si configura come una retrospettiva ma intende ricostruire la produzione di Merello mettendola direttamente a confronto con alcune testimonianze significative del contesto culturale in cui essa maturò e che, in larga parte connotato dalle esperienze divisioniste e simboliste, finì per caratterizzare trent’anni di vita artistica italiana, tra gli ultimi decenni dell’Ottocento e la Grande Guerra. Lungo il percorso della mostra, le opere di Merello dialogano con quelle degli artisti che egli ebbe modo di conoscere alle Promotrici e in altre occasioni espositive o che ebbe l’opportunità di incontrare: da Giovanni Segantini a Gaetano Previati, dal 1901 presente a Lavagna; da Plinio Nomellini, che si trasferì a Genova nel 1890 e vi rimase fino al 1902, a Giuseppe Pellizza, anche lui residente per alcuni mesi a Genova, dove le sue opere vennero esposte negli anni successivi. Vittore Grubicy, Emilio Longoni, Angelo Morbelli e Galileo Chini aggiungono ulteriori tasselli a questo contesto artistico. Nel suo volontario isolamento sul monte di Portofino, concentrandosi ossessivamente sugli stessi angoli di paesaggio, Merello finì con elaborare una propria visione introspettiva della natura che, tangente alle contemporanee esperienze internazionali postimpressioniste e fauve, trovò pure riscontri con le ricerche di altri artisti liguri, da Antonio Discovolo a Domenico Guerello. La mostra è accompagnata da un ricco catalogo, sul quale compaiono interventi di Matteo Fochessati, Gianni Franzone, Sergio Rebora, Caterina Olcese Spingardi, Tito Pelizza, Eleonora Barbara Nomellini, Aurora Scotti Tosini, Francesca Cagianelli, Dario Matteoni, Maria Flora Giubilei, Giulio Sommariva, Elisabetta Papone.
Carlo Pittara e la Scuola di Rivara - Un momento magico dell’Ottocento pedemontano
Fondazione Accorsi Ometto, Torino - 22 settembre 2016 - 12 febbraio 2017
La mostra comprende circa settanta opere provenienti da collezioni private italiane, selezionate secondo un elevato criterio qualitativo e storico. Dodici sono gli artisti presentati, provenienti da diverse regioni italiane e non solo, a sottolineare l’importanza di una stagione artistica che supera i confini regionali. Accanto ai piemontesi Carlo Pittara, Vittorio Avondo, Ernesto Bertea, Federico Pastoris (a cui si aggiungeranno più tardi i torinesi Giovanni Battista Carpanetto, Adolfo Dalbesio e Francesco Romero, di Moncalvo) sono presenti artisti liguri (Ernesto Rayper e Alberto Issel) o “naturalizzati” come tali (gli iberici D’Andrade e De Avendaño), nonché il fiorentino di natali, ma giunto a Torino in tenera età, Antenore Soldi. Il momento che essi rappresentano è caratterizzato dalla ricerca di un sensibile realismo nella rappresentazione del paesaggio agreste, con accenti diversi, ma improntati dalla comune attenzione prima al paesismo ancora intriso di romanticismo dello svizzero Alexandre Calame (che quasi tutti conobbero inizialmente a Ginevra), presto attratti dal paesismo dei pittori di Barbizon in Francia e dalle novità di Corot e dal linguaggio fontanesiano attraverso contatti diretti, poi rinnovati negli anni di Rivara, con il maestro reggiano a Volpiano, tramite anche le esortazioni del ligure Tammar Luxoro.